La testa di un ragazzo (kouros, in greco) di pietra serena, che doveva appartenere a una statua alta circa cm 60, fu trovata nel 1965 da Alvaro Vanni, castellinese, mentre arava un campo presso Casa al Vento. La testa ha una solida massa, con un volto largo e piano; le sopracciglia, che proseguono il profilo del naso, definiscono da sopra due grandi occhi a mandorla, contornati dal bordo continuo delle palpebre, mentre un solco leggero ne definisce l’iride; la bocca ha labbra piccole. I lunghi capelli, resi con striature ondulate, sono trattenuti da un doppio nastro, visibile solo frontalmente e nascosto nella parte posteriore dagli stessi capelli. Una cornice di riccioli contorna il volto, terminando alle guance con due più ampie ciocche. Le orecchie sono grandi e marcate da una spessa voluta. I caratteri formali del kouros di Castellina s’inquadrano nella tradizione volterrana espressa al massimo grado dalla famosa “testa Lorenzini” e trovano confronti significativi – specialmente per la resa della capigliatura – in bronzetti di offerenti di area etrusca settentrionale, tra cui lo stesso bronzetto di Castellina. D’altra parte la particolare anatomia stilizzata dell’orecchio richiama un modo tipicamente fiesolano. La testa di Castellina sembra esprimere anche nella forma il luogo di provenienza, situato tra Fiesole e Volterra. La datazione si colloca tra la fine del VI e le prime decadi del V secolo a.C.