Nello scavo del tumulo di Montecalvario (1904) furono trovati molti frammenti metallici, strutturali e decorativi, di un carro etrusco. Solo nel 2014 un impegnativo restauro e un attento studio hanno permesso di offrire al pubblico la ricostruzione del currus: un carro leggero a due ruote, utilizzato secondo l’ideale eroico della guerra per il trasporto del principe guerriero sul campo di battaglia o per le parate trionfali, così come più volte descritto nell’Iliade.
Il carro, simile agli esemplari di Populonia e Vetulonia, ha cassa con frontale rettilineo; le ruote, cerchiate di ferro, hanno nove raggi. La decorazione era realizzata a registri sovrapposti di lamine di bronzo e di ferro. Al centro del parapetto anteriore campeggia una testa di Gorgone, mentre nei fregi compaiono teorie di animali e motivi floreali; nelle fiancate, su dischi di bronzo, è raffigurato un Signore degli animali e su un altro fregio, proprio nel restauro, si è riconosciuta la mitica vicenda dell’indovino Anfiarao nella ripetuta sequenza di due uomini nudi che sacrificano un animale su un largo recipiente, due guerrieri a duello tra due figure femminili, e il saluto di una donna e un bambino a un uomo che si allontana sguainando la spada.
Il repertorio decorativo, gli animali e i motivi accessori inquadrano il carro nello stile tardo orientalizzante (fine VII – primi decenni del VI sec. a. C.), quando elementi orientali convivono con altri provenienti dalla Grecia, specificamente da Corinto.