Nella ricchezza dei corredi funebri arcaici, la presenza di beni d’importazione è evidentemente legata agli itinerari che attraverso il Chianti collegavano ai centri di produzione o di smistamento delle merci importate: insieme agli unguentari etrusco- corinzi, appartengono a questa categoria di oggetti prestigiosi le due anfore a figure nere della necropoli di Poggino, che si inquadrano tra le produzioni ateniesi degli ultimi decenni del VI secolo a.C. I preziosi contenitori da vino, funzionali al rituale aristocratico del simposio, esprimono anche nella decorazione l’adesione delle élites etrusche ai modelli culturali greci. Un’anfora infatti è occupata nella zona centrale da una scena di banchetto, che proclama l’ideale greco dell’assemblea maschile nella quale si fondono tre diversi piaceri: vino, musica ed erotismo. Sotto un pergolato carico di ciocche d’uva, cinque coppie di uomini e donne discinte (etere, e non consorti!) sono adagiate tra cuscini e accompagnate dal suono di un doppio flauto mentre su un tavolo davanti ai banchettanti sono allineate le basse coppe per le libagioni.
L’altra anfora, invece, presenta immagini del repertorio guerresco. Su un lato, una quadriga in visione frontale. Sull’altro pannello figurato, il duello tra due guerrieri sopra un defunto cui assistono due figure femminili: la scena richiama il mitico assalto di Achille a Memnone sotto le mura di Troia per difendere le spoglie dell’amico Antiloco.