La Rocca di Castellina in Chianti
All’inizio del Quattrocento i Fiorentini, per munire quest’area di confine continuamente sottoposta alle incursioni delle soldatesche, decisero di fortificare la posizione, stabilendo la costruzione di un recinto di mura e di una rocca. I documenti d’archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, alla quale era affidata la realizzazione della fortezza, riportano con precisione quanto si voleva realizzare. Le dimensioni dell’edificio dimostrano che il progetto fu attuato meticolosamente. Alla torre si appoggiò il restante circuito del cassero e la corte interna fu divisa in due parti: una conteneva la scale per salire sulla torre, l’altra un ricetto per i fanti.
La rocca fu costruita con conci di alberese e di arenaria disposti su corsi orizzontali, con le pietre migliori e meglio lavorate usate nelle angolate e negli stipiti delle aperture. I lavori si protrassero per alcuni decenni e terminarono, con probabilità, intorno alla metà del secolo.
Nel 1452 il presidio si dimostrò saldo, poiché riuscì a sostenere per 44 giorni l’assedio dei Senesi, mentre fu espugnato nel 1478, per i rinnovati e più determinati assalti delle truppe aragonesi. Acquisita dal comune negli anni Venti del Novecento, la rocca subì un radicale intervento di ripristino, condotto dall’architetto Egisto Bellini seguendo la moda dei cosiddetti restauri imitativi, finalizzati al recupero del presunto aspetto originario. La rocca fu così dotata di merli, di un camminamento di ronda completato dalle bertesche angolari e del campaniletto a vela; all’interno fu realizzata la cosiddetta sala del capitano, arredata con un camino e un lavabo con fronte marmoreo con gli stemmi dei Tolomei.
Dal 2006 è sede del Museo Archeologico del Chianti senese.